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Ritrovarti per caso

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Ritrovarti per caso
in una foto in bianco e nero
dopo anni
che sono rimasta io soltanto,
reduce senza più illusioni,
sul nostro antico, desolato sentiero.

Pensare a te, in un sospiro,
in questo silente amarcord
tra il volo dei gabbiani raminghi a nord.

Il tuo sguardo distante
oltre il ponte
a fendere l’inverno verso una nuova luce,
di una stagione che non avresti più visto, all’orizzonte.

E ferma e sicura la tua mano
ad indicare la direzione.
Ora ti rivedo,
in un palpito di mai sopita emozione,
nel correre veloce del treno
che con il suo mesto canto
ravviva la mia nostalgia.

Affusolata e gentile, da pianista,
la tua mano, padre mio….
Ma eri già presago e prigioniero di un destino amaro
lungo la valle dove il Tempo abbraccia l’oblìo.

Al di là delle nebbie del Lete
mi salutava nel tacito commiato la tua bella mano,
in tono infinitamente caro,
mentre il tuo passo varcava il valico d’ombra
inesorabilmente lontano.


In memoria di mio padre Emilio.

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